domenica 26 aprile 2015

Stai argomentando

STAI ARGOMENTANDO!!! Più volte la Padrona aveva richiamato con queste parole questo schiavo.   Ogni volta che commetteva un errore, questo schiavo cercava delle giustificazioni e puntualmente arrivava il richiamo della Padrona.   Ogni volta il copione si ripeteva.   Allo schiavo le sue argomentazioni sembravano logiche, oggettive, si stupiva come la Padrona non le prendesse neppure in considerazione, ma si limitasse a zittirlo con quelle due parole: stai argomentando.
Oggi per questo schiavo è stata una giornata di riflessione, è rimasto in casa, non perché sia stato punito, come era accaduto due settimane fa (questo schiavo sa che la punizione arriverà comunque ma, evidentemente, non oggi).
Dicevamo giornata di riflessione per cercare di capire come una dimenticanza come quella di ieri sia potuta accadere, come questo schiavo abbia potuto essere così distratto, così superficiale. La chiave di volta, forse, sta proprio in quelle due parole: stai argomentando. Perché questo schiavo, ad ogni errore, invece di abbassare la testa e farsi un esame di coscienza per non ripetere sempre gli stessi errori, cercava giustificazioni? Questo chiavo crede di aver capito: c’è un legame tra l’essere pigro e superficiale e la tendenza ad argomentare; entrambe le cose hanno un’origine comune: la presunzione di questo schiavo.  Già ieri si era fatta strada, nella mente di questo schiavo, l’idea che l’essere presuntuoso era una delle cause degli errori fatti, ma oggi questa idea si è trasformata in certezza, certezza anche che non si tratta di semplice presunzione ma di vera e propria superbia, certezza che questa superbia non è una delle cause, ma LA CAUSA.
La sua superbia, la certezza (stupida) di essere il migliore schiavo del mondo faceva si che non avesse l’umiltà di capire che, anche le cose apparentemente semplici, richiedono concentrazione e seria applicazione; questo schiavo riteneva di essere così bravo che, inevitabilmente, avrebbe fatto bene; da qui la sequela di errori commessi. Era la medesima superbia che lo faceva stupire del fatto che le sue giustificazioni, per lui così logiche, non venissero considerate; era la sua superbia che gli faceva ritenere che non era il suo atteggiamento a dover cambiare e, al massimo, i suoi errori dipendevano solo da un po’ di sfortuna.
Se la causa di tutto è la superbia di questo schiavo, il rimedio non può’ che essere un bagno di umiltà. Questo schiavo non sa che punizione la Padrona ha in serbo per lui. Forse verrà di nuovo frustato, ma è conscio che, questa volta, la frusta non sarà sufficiente, il cambiamento deve avvenire innanzitutto dentro di lui: deve azzerare la sua superbia, deve imparare a stare zitto, deve imparare ad approcciare anche i task più semplici con umiltà, deve capire che annullarsi davanti alla Padrona non significa rinunciare alla propria personalità (anzi, la Padrona ha messo subito in chiaro che non le interessa uno schiavo-robot) ma mettere la sua personalità, le sue capacità, i suoi talenti al servizio della Padrona. Bagno di umiltà non significa fare cose umilianti, come leccare le scarpe della Padrona, come gli veniva richiesto in precedenti esperienze di sottomissione, l’umiltà non è un atteggiamento formale, ma un atteggiamento della mente che deve essere focalizzata al servizio e non essere un modo per auto-celebrarsi come avveniva in passato.

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